Ceramica e Progresso

Ceramica e Progresso 

Intervista al fondatore di Joan Belot Studio. 

Quanti ceramisti e quante possibilità di forme, colori, materiali e tecniche combinati in differenti modi esistono al mondo? La cosa meravigliosa della ceramica è che per tutta la storia dell’uomo continuerà ad evolversi e a regalarci meravigliosi oggetti unici e utili per davvero.

Grazie alla community di Factory Market abbiamo la fortuna di conoscere personalmente molti artigiani che hanno deciso di esprimere la propria creatività e la propria poetica attraverso la ceramica e ognuno di loro è guidato da motivazioni differenti e personali. Forse è proprio questo il vero valore degli oggetti, il fatto che racchiudono non solo le tecniche e le competenze del lavoro manuale, ma anche ore dedicate a trovare il modo perfetto per comunicare la propria intimità al mondo.

L’intimità di Giovanni Belotti, fondatore di Joan Belot Studio, merita di essere esplorata e conosciuta perché è ricca di valori e di autentica passione, tramandata dalla sua famiglia, dai suoi viaggi e dalle esperienze della sua vita.

La sua ricerca è focalizzata su forme, contrasti e proporzioni uniche, ispirate da un vivo interesse verso le antiche e moderne meraviglie artistiche scaturite da differenti contesti sociali e dalla storia, portatori di espressioni e vibrazioni originali.

Gli abbiamo chiesto di raccontarci di più in questa intervista e leggendo le sue risposte ci siamo emozionate pensando che al mondo esistono persone così.

Cosa ti appassiona di più della ceramica?

Non esistono limiti alla fantasia. è un materiale combinabile con molti altri materiali e non subisce deformazioni nel tempo. Ogni pezzo è unico e attraverso vetrificazioni e smalti si possono creare effetti naturali sempre diversi e unici. La ceramica è l’opposto del “progresso” consumistico in cui il mondo è caduto negli ultimi 50 anni. La robotizzazione dell’industria sta ora producendo la massa di prodotti che servono all’ umanità, ma non potrà mai sostituire la fantasia umana. Grazie alla ceramica sto coltivando creatività, un grande valore per il lavoratore del futuro.

Nel tuo percorso come artigiano hai incontrato anche valori come la cooperazione umanitaria e l’attivismo sociale, raccontaci come e quale significato ha per te questa contaminazione?

“I am because we are” Mi disse ghetto priest degli Asian Dub Foundation qualche anno fa. E penso che questa frase abbia riassunto ciò che pensavo da sempre. Soli siamo grigi, minimali, pallidi. La contaminazione porta vita e vibrazioni nuove.

Negli ultimi 5 anni ho lavorato nell’inserimento sociale di persone socialmente emarginate (soprattutto stranieri) e ho viaggiato in ogni continente. Ho avuto la fortuna di conoscere gente da tutto il mondo! Ogni cultura, sottocultura o ghetto ha le proprie sfumature, i propri suoni, i propri abbinamenti cromatici, le proprie decorazioni, odori, sapori, modi di essere e di esprimersi. Essendo cresciuto in un Italia colonizzata dalla cultura totalizzante degli USA, l’apertura verso contaminazioni stilistiche differenti è un grande stimolo per la produzione di stili nuovi e mai visti prima.

Credi che in Italia ci sia davvero spazio per i piccoli artigiani indipendenti?

Credo di sì, ma a me piacerebbe essere apprezzato anche oltre confine, noto che qua è molto apprezzato uno stile nordico, al nord lo stile Mediterraneo. Apprezziamo sempre ciò che ci manca e penso che un artista italiano possa trovare più spazio altrove che in Italia.

Qual è l’oggetto che ti ha dato più gioia realizzare e perché?

Il mio tegame in terracotta. Ho passato molte nottate nella definizione del design e un anno per la definizione del processo di produzione. Lo sto usando per qualunque cosa e funziona davvero bene. Inoltre il pensiero che ha una vita utile infinita mi rende sereno.

Il 2020 è stato un anno incerto per la maggior parte di noi, e il 2021 sembra destinato a una rinascita. Cosa speri per il tuo futuro come ceramista e per il futuro della ceramica in generale?

Io spero di continuare ad avere la grinta di produrre stili nuovi e di non fermarmi a coccolare ciò che già ho fatto, chissà dove andrò a finire stilisticamente. Per il futuro della ceramica spero che la tendenza al minimale vada a svanire e si torni a giochi stilistici molto più complessi.

“Ho passato molte nottate nella definizione del design del mio tegame in terracotta e un anno per la definizione del processo di produzione. Lo sto usando per qualunque cosa e funziona davvero bene. Inoltre il pensiero che ha una vita utile infinita mi rende sereno.”

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